Appena una gara viene confermata in calendario. qualcuno dei nostri si butta immediatamente ed indossa il pettorale. Sentiamo. Anzi leggiamo il racconto di Donato Brandolini, Trail runner RB.
Raccolgo l’invito del mio amico Rosario e provo a scrivere due righe, anche se non sono sicuramente bravo come lui …
Ebbene si può correre ( anche con il pettorale ) e si possono organizzare gare. Questo non significa che sia facile, non significa che ne valga la pena, ma oggettivamente si può fare.
Sono di ritorno dalla trasferta di Trieste in cui ho partecipato alla Corsa della Bora nella versione S1 Night Trail. 80 km, 3.000mt di D+ in notturna sul Carso Triestino.
Oltre alla 80 c’erano la 57, la 42, la 21 e la 16, ma tutte le altre erano di giorno. Come facevo a rinunciare ad una corsa notturna in invernale ?
Oltretutto preparata poco. Mai fatto un “lungo” prima della gara per esempio. Preparata in epoca Covid, tornando sempre a casa dagli allenamenti prima delle 10 di sera.
Vero che mi dicono che potrei raccogliere tutte le mie autocertificazioni e farci un libro … ma non volevo nemmeno rischiare per niente incontrando una pattuglia poco incline al dialogo 😉
E veniamo alla gara:
Prima della gara terrorismo psicologico degli organizzatori che continuano ad insistere di vestirsi pesante e portarsi altri indumenti caldi nello zaino, ci parlano di temperature abbondantemente negative e raffiche di bora a oltre 100km/h (tutti consigli forniti nelle dirette FB serali dei giorni pre-gara, l’ultima delle quali alle 18:00 con partenza alle 22).
Risultato che parto tipo omino Michelin con zaino da trail da 15LT pieno come se andassi in guerra … d’altronde il posto ispira …
Mi rendo subito conto che ci sono cascato solo io (o gli altri non seguivano le dirette FB) perchè c’è gente con i pantaloncini corti e zainetti da 5LT … boh
Dopo i primi km sul lungomare triestino (da Miramare a Trieste), quando si inizia a salire sono un lago di sudore e quindi mi fermo e tolgo almeno lo shell impermeabile ed il buff in pile 😉 e così sto decisamente meglio.
Diciamo che questa è una gara strana … intanto le quote sono collinari e si è vicino al mare. Il problema è che la temperatura di base (diciamo di pochi gradi sotto zero) varia in modo incredibile a seconda dell’esposizione al vento. Quando corri in punti esposti al vento di bora sembre che i gradi diventino -20, mentre quando risali un costone nel bosco sembre che siano +10 😉
La gara in se è corribile (pure troppo, perchè per correre servono le gambe 😉 ma il fondo Carsico tutto a sassi richiede molta attenzione … io stranamente sono caduto solo una volta e per fortuna sul fango … ma ho visto tanti inciampare e misurarlo 😉
Gara quasi in autosufficienza, 5 ristori intermedi su 80km gestiti secondo protocolli rigidi a tutela della salute … sarà ma quando arrivi sudato e devi aspettare in coda il tuo turno sferzato dalla Bora non so come mai pensi che forse non ti verrà la polmonite per il Covid … ma per qualche altra ragione hehehe. Inoltre il sistema dei sacchettini ristori salati o dolci “da asporto” va un po capito … però tutto sommato funziona …
La gara alla fine è fattibile, 3 o 4 rampe ripidissime ma di 300 mt di dislivello al massimo da spaccare le gambe e tanto pianeggiante o falsopiano. Come in tutte le gare lunghe devi dosare al meglio le energie. Forse qui un po di più perché ci sono tanti pezzi in cui si può davvero correre … ma se hai dato troppo all’inizio (come me) poi fai fatica …
Forse ho sbagliato la scelta delle scarpe (le Uragano della Sportiva), hanno la suola non troppo rigida e a me facevano un po male i piedi con tutti quei sassi … e sono arrivato con uno stile di corsa che sembravo Giucas Casella sui carboni ardenti hahaha
Dopo un paio di errori di percorso fatti seguendo gli altri ho capito che era meglio stare davanti o stare da solo … ed ho benedetto di aver caricato la traccia del percorso sull’orologio, salvando anche altri che stavano sbagliando strada (la tentazione di non chiamarli mi è venuta per guadagnare qualche posizione hahaha ma poi mi sono comportato bene).
Bella la partenza fatta con la modalità “quando vuoi parti”. Sicuramente meno scenografica … ma comodissima. Scendi dalla macchina o dalla navetta, passi sul tappetino che legge il chip e di fatto sei partito … sarebbe da fare sempre così.
Alla fine è stata una bellissima esperienza, anche se personalmente preferisco correre sulle nostre montagne. Sul Carso in tanti punti, specialmente nella prima parte, corri a fianco dell’autostrada, a fianco della ferrovia, fai dei pezzi di strada asfaltata prima di riprendere il sentiero … per me il trail deve essere più wild … ma è questione di gusti …
Un plauso comunque al coraggio degli organizzatori … ce ne voleva tanto per gestire un evento con oltre 1.000 iscritti, tra l’altro pianificato dal 2/3 Gennaio e poi rinviato al 9/10 per uscire dalla restrizioni “natalizie”
Buona corsa a tutti sperando di tornare presto alla “vecchia normalità” . Già perché questa “nuova normalità” mica ci piace tanto 😉
Donato